La psoriasi è una malattia della pelle che provoca prurito, arrossamento e macchie a livello cutaneo.
Le cellule della pelle delle persone affette da psoriasi crescono più rapidamente e ciò causa lo sviluppo dei sintomi tipici della psoriasi.
Allo stesso tempo, il sistema immunitario si attiva in modo inappropriato.
Generalmente le aree maggiormente coinvolte dalla psoriasi sono le aree esterne dei gomiti e delle ginocchia e il cuoio capelluto ma spesso i sintomi si possono manifestare anche in altre zone come vicino alle palpebre, sulla bocca e sulle labbra, sulle mani e sui piedi e sulle unghie.
Il sistema immunitario e la genetica hanno un ruolo primario nello sviluppo di questa patologia ma spesso c’è un elemento scatenante che la innesca.
Tuttavia, gli specialisti non hanno ancora individuato l’esatta causa della psoriasi.
Studi recenti evidenziano che circa il 2% della popolazione mondiale è affetta dalla psoriasi e oltre 8 milioni di americani soffre di questa patologia.
La psoriasi deve essere trattata individuando le cause che la innescano considerano anche che spesso è associata a malattie anche gravi come il diabete, patologie cardiocircolatorie e depressione.
Legame tra psoriasi e nutrizione
Le IgG sono delle proteine di difesa generate dal nostro sistema immunitario, quando individua una sostanza potenzialmente dannosa per l’organismo (chiamata antigene).
L’antigene viene riconosciuto dall’organismo come un “invasore” in grado poter danneggiare il nostro organismo. Ne segue che il nostro organismo attiva una reazione infiammatoria per contrastare e distruggere l’antigene.
Gli alimenti o i suoi componenti (come le proteine) in alcuni casi possono essere individuati come “invasori” dal sistema immunitario che inizia così a produrre anticorpi IgG specifici. Essi si legano alle particelle degli alimenti inducendo così nell’organismo una risposta infiammatoria.
Il procedimento è lo stesso che si verifica quando a causa di un graffio o una ferita sulla pelle il sistema immunitario si attiva per contrastare i batteri ed eliminare lo sporco dalla ferita. Ma in una reazione immune innescata da un alimento non si manifesta esternamente ma all’interno dell’organismo.
Un’assimilazione continua e ripetuta nel tempo dello stesso alimento che provoca un’allergia alimentare IgG mediata può innescare e incrementare queste infiammazioni croniche “silenti” e dolorose.
L’allergia alimentare IgG mediata può quindi avere un ruolo chiave di malattie in cui è coinvolto il sistema immunitario, come nel caso della psoriasi.
2/3 dei pazienti affetti da psoriasi nota un miglioramento
È stato svolto uno studio clinico con ImuPro, per raccogliere evidenze e dati sull’efficacia di ImuPro su pazienti che presentavano diverse malattie croniche come psoriasi, neurodermatiti, mal di testa ed emicrania, sovrappeso e obesità, affaticamento cronico, disturbi reumatici o gastrointestinali. Su un totale di 938 pazienti che hanno partecipato al trial, 2/3 dei pazienti affetti da psoriasi ha notato un miglioramento dei sintomi dopo aver eliminato per un periodo di 8 settimane gli alimenti con un elevato valore di anticorpi IgG specifici in seguito al test ImuPro.
Altri ricercatori hanno scoperto, che alcuni pazienti affetti da psoriasi avevano una concentrazione elevata di anticorpi IgG contro il glutine e la proteina del grano; dopo aver seguito una dieta rigida priva di glutine i pazienti hanno notato un miglioramento dei sintomi.
Per queste ragioni seguire i consigli nutrizionali e un cambio di dieta, dopo aver effettuato un test per l’allergia alimentare IgG mediata come ImuPro, può essere un valido aiuto nella gestione della psoriasi.
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